Perché sospiri, Maestro?». «Perché gli angeli hanno abbandonato il Tempio. Il suo aspetto di purezza e santità è solo circoscritto alle mura. Quelli che dovrebbero darglielo nell'anima - perché anche ogni luogo ha la sua anima, ossia ha lo
spirito per cui fu elevato, e il Tempio ha, dovrebbe avere, anima di preghiera e santità - sono i primi a toglierglielo. Non si può dare ciò che non si possiede, Giovanni. E se molti sono i sacerdoti ed i leviti che là vivono, non ve ne è neppure un decimo che sia atto a dar vita al Luogo Santo. Morte dànno. Comunicano ad esso la morte che è nel loro spirito, morto a ciò che è santo. Hanno le formule. Non hanno la vita delle stesse. Sono cadaveri che sono caldi solo per la putrefazione che li gonfia». «Ti hanno fatto del male, Maestro?». Giovanni è tutto in pena. «No. Anzi mi hanno lasciato parlare quando ho chiesto di farlo». «Lo hai chiesto? Perché?». «Perché non voglio essere Io quello che inizia la guerra. La guerra verrà lo stesso. Perché Io farò una stolta paura umana ad alcuni e sarò un rimprovero per altri. Ma questo deve esser sul loro libro. Non sul mio».

«Non mi stanco. Camminerò tanto e non mi stancherò mai. Sai cosa è che mi stanca? Il disamore. Oh!
quello, che peso! Come portassi un peso sul cuore». «Io ti amo, Gesù». «Si, e tu mi sollevi. Ti voglio tanto bene, Giovanni, te ne vorrò sempre perché tu non mi tradirai mai».

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